Google Italia indagata per il video sui maltrattamenti

25/11/2006
di Valentina Frediani

Indagata anche Google Italia per la diffusione del video sul disabile torinese maltrattato dai propri compagni di scuola. I Pm milanesi titolari dell’inchiesta hanno infatti iscritto nel Registro degli Indagati anche due manager della filiale italiana di Google. Capo di imputazione contestato è il concorso in diffamazione.

dirittoinf_25935696_xxlIn sostanza, da quello che al momento è emerso, è che secondo i pubblici ministeri, Google Italia consentendo la pubblicazione del video incriminato  senza alcun tipo di controllo, ha concorso nell’offendere la reputazione del minore disabile maltrattato. La notizia ha lasciato molto perplesso il mondo di internet, anche in considerazione dell’iter di diffusione dei video previsti da Google. Difatti, la società non opera alcun tipo di vaglio né controllo preventivo sui video, limitandosi da una parte a consentirne la pubblicazione mediante un iter piuttosto semplice di immissione in rete, dall’altra pubblicando nella sezione “Termini e Condizioni di Caricamento” le clausole di responsabilità; Google Italia prevede espressamente una responsabilità autonoma del soggetto che pubblica i video, riservandosi il diritto alla cancellazione nel caso di segnalazione o anomalie che possano essergli comunicate.

Una forma di controllo piuttosto “scarsa” visto le notizie delle ultime ore, che vedono la Guardia di Finanza impegnata nella ricerca di documentazione che verifichi i ruoli all’interno dell’organigramma aziendale di Google. Sembra ricorrere anche in questo caso, come ormai spesso accade, una forma di qualificazione della responsabilità di chi rende disponibili spazi per le pubblicazioni, parificabile a quanto previsto per la stampa: nel caso di diffamazione infatti, non è responsabile solo chi scrive un pezzo, ma anche il direttore, l’editore e persino lo stampatore!!!

Eppure rapportare ad internet un simile ragionamento appare un po’ lontano dalla realtà. E questa carenza legislativa sembra ora venire fortemente a galla, tanto che il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha dichiarato che entro poche settimane saranno presentati provvedimenti del Governo che diano un giro di vite forte ad internet ed ai nuovi media. Una presa di posizione che se da una parte può rendersi necessaria visto l’uso talvolta deviato della rete dai minorenni, dall’altra spaventa già gli internauti: giro di vite può voler dire più censura? È da augurarsi che coloro che daranno alla luce i provvedimenti su internet sappiano compiutamente di cosa stiamo trattando, e magari disciplinino con più chiarezza le responsabilità ed indichino iter adeguati per le pubblicazioni senza andare ad intaccare il principio che sta alla base della rete: la libertà di navigazione, che include quella di espressione, pubblicazione e scambio di informazioni, senza rischiare – emettendo provvedimenti  solo restrittivi e non costruiti sulla realtà della rete –  di penalizzare con la scusa dell’emergenza, chi della rete ne fa un uso legittimo.

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