La giustizia digitale. Al varo la sperimentazione del piano straordinario per la digitalizzazione 2012
La giustizia digitale. Al varo la sperimentazione del piano straordinario per la digitalizzazione 2012. Il progetto si concluderà in 18 mesi
Con il protocollo di intesa siglato il 26 novembre 2008 dal Ministro della Giustizia e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione si è dato avvio ad un articolato programma di interventi per l’innovazione digitale della giustizia. Il progetto mira ad assorbire l’attenzione di tutti gli uffici giudiziari del territorio, scelti tra quelli più densamente popolati… da processi e non da operatori.
Da traino ha fatto la sicura prospettiva di una forte riduzione degli oneri burocratici che ingolfano la giustizia esasperandola con formalità superate (per lo più esperite con l’ormai anacronistico fascicolo cartaceo, fatta salva l’iniziativa di uffici giudiziari all’avanguardia che hanno adottato già prima del progetto soluzioni – artigianali – di digitalizzazione).
Al bando le scartoffie. Questo è l’obiettivo del progetto e del piano di e – Gov 2012 presentato ufficialmente dai due ministeri in collaborazione il 14 marzo 2011 e portato in auge nel recente forum PA dei primi di maggio.
In sintesi (secondo il piano straordinario appena varato):
1) gli obiettivi:
a) ridurre i tempi del processo e i tempi di erogazione dei servizi accessori;
b) ridurre notevolmente i costi di gestione e funzionamento del sistema;
c) migliorare l’efficienza dei servizi giudiziari semplificando la loro fruizione, e dell’azione giudiziaria accelerando il lavoro di magistrati e degli operatori della Giustizia.
2) gli strumenti:
a) soluzioni informatiche di sicura funzionalità;
b) condivisione sicura di informazioni e base di dati a livello nazionale.
3) l’approccio:
a) digitalizzazione di atti;
b) notifiche on line;
c) pagamenti on line.
4) i vantaggi:
a) accelerare i tempi della giustizia;
b) riduzione significativa dei costi;
c) pronta fruibilità della documentazione prodotta nel corso dell’iter giudiziario.
5) le perplessità:
a) i tempi di apprendimento, di corretto funzionamento e di migrazione ai nuovi sistemi;
b) la sicurezza dei sistemi e la protezione dei dati con essi gestiti e condivisi;
c) la fallibilità degli operatori e dei sistemi.
d) le misure di sicurezza (Varrà per i protagonisti del piano la nuova disciplina dell’art. 6 del Decreto Sviluppo?);
e) l’omogenea applicazione delle nuove regole.
18 mesi dovranno bastare, secondo le più che ottimistiche previsione dei ministri Alfano e Brunetta, ad abbattere i muri di fogli che affollano le aule e gli uffici giudiziari, e soprattutto a superare le carenze conoscitive e le lacune di principi ancora più obsoleti dei sistemi in sostituzione.
Il processo telematico non sarà definitivo nei 18 mesi dal varo del Piano, in quanto lo stesso dovrebbe servire solo a facilitarne la comprensione e l’adeguamento e stimolare la sensibilità degli addetti ai lavori ad affrontare una volta per tutte e seriamente la necessità e l’urgenza di una nuova disciplina anche normativa e non solo organizzativa che incida sul polveroso sistema processuale.
Ma siamo troppo affezionati alle ragnatele e a quello che celano, e sarà difficile scostarle con un solo click.