Provvedimento del Garante contro sistemi di videosorveglianza irregolari
Il Garante per la protezione dei dati personali ha dichiarato irregolare il sistema di videosorveglianza utilizzato dal Comando della polizia municipale in una via di Reggio Emilia, stabilendo l’interruzione delle riprese e dichiarando inutilizzabili i dati raccolti attraverso le telecamere. La documentazione è ora nelle mani dell’autorità giudiziaria. Ad innescare la miccia di questa intricata vicenda è stata una segnalazione dello scorso Febbraio su un sito internet, in cui veniva denunciata l’illiceità del sistema di videosorveglianza”[…] installato al primo piano di uno stabile privato ove sono ubicati anche altri edifici privati e abitazioni civili […] senza alcuna previa informativa e tutela sia per chi lavora per il comando di Polizia Municipale, sia per chiunque si trovi a passare nei corridoi di questi palazzi”. A sua difesa il Comando ha affermato che le telecamere, installate a seguito di episodi di vandalismo, avrebbero la funzione di vigilare sugli accessi allo stabile e di garantire la sicurezza degli agenti. Il Comando ha inoltre precisato che “nessuna telecamera è installata ai fini di verifica o controllo del personale dipendente” e che il sistema è dotato di apposita segnaletica, in cui viene indicato la presenza di zone videosorvegliate e di controllo accessi. Quanto dichiarato non è stato ritenuto sufficiente dalle autorità sia per il fatto che le telecamere sono state installate all’esterno –vale a dire in spazi dove transitano i lavoratori, con il rischio di riprenderne l’attività e di conseguenza violarne lo statuto- sia perché la segnaletica obbligatoria sarebbe stata sistemata solo nel 2011, otto anni dopo l’attivazione del sistema. A stabilire se c’è stato reato o meno sarà l’autorità giudiziaria, individuando anche eventuali responsabilità.