Adottare il modello 231 aumenta il rating di legalità delle imprese
L’adozione del Modello 231 inciderà direttamente sul rating di legalità delle aziende, favorendo il loro accesso al credito ed ai finanziamenti pubblici. A stabilirlo è il regolamento emesso dall’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza (AGCM) lo scorso 14 Novembre 2012 che fissa i criteri e le modalità per l’attribuzione di un rating di legalità per le imprese che svolgono la propria attività sul territorio nazionale che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di euro in riferimento alla singola impresa o al gruppo di appartenenza. Secondo il Regolamento nel suddetto “Rating di legalità si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario“.
Nella pratica il documento sancisce che nella domanda di attribuzione del rating – da inviare all’Autorità in forma telematica – le imprese avranno l’obbligo di dichiarare l’assenza di sentenze di condanna o di adozione di misure cautelari in relazione sia al compimento degli illeciti di cui al DLgs. 231/2001 sia di reati tributari di cui al DLgs. 74/2000. Nel caso in cui a fare richiesta di finanziamenti o crediti siano imprese collettive, detta dichiarazione coinvolgerà anche gli amministratori, il direttore generale, il direttore tecnico, il rappresentante legale, oltre a soci-persone fisiche titolari di una partecipazione di maggioranza – anche relativa.
Secondo quanto stabilito dal regolamento le imprese dovranno dichiarare – nel biennio antecedente alla richiesta di rating – l’assenza di provvedimenti condanna nei loro confronti per illeciti antitrust di grave entità, per l’accertamento di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, per violazioni relative a obblighi retributivi, contributivi e assicurativi, e per quelli in materia di pagamento delle ritenute fiscali sui dipendenti e collaboratori e per il mancato rispetto della legge sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Altre condizioni per accedere al rating sono che tutti i pagamenti di importo superiore ai 1.000 Euro siano stati effettuati con strumenti che dimostrino la tracciabilità dell’operazione e che le imprese richiedenti non siano coinvolte né in provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici, né di comunicazioni o informazioni antimafia interdittive in corso di validità.
La compilazione del format – presente sul sito dell’ AGCM – è il primo step per formalizzare la domanda di attribuzione del rating. Una volta accertati i requisiti dell’impresa – confermati soprattutto attraverso l’autocertificazione del rappresentante legale della stessa – l’Autorità procederà con l’attribuzione di un punteggio base pari ad una stella. A tale punteggio potrà essere attribuito un segno “+”, nel caso in cui l’azienda richiedente soddisfi ulteriori requisiti, tra cui l’adesione a codici etici di autoregolamentazione utilizzati da associazioni di categoria, l’iscrizione in uno degli elenchi di fornitori, l’adozione di una funzione o struttura organizzativa, anche in outsourcing, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa, ovvero di un modello organizzativo ai sensi del DLgs. 231/2001. Al raggiungimento di tre segni “+” seguirà l’attribuzione di una stella, fino ad un massimo di tre stelle.
Il rating, di durata biennale, potrà essere rinnovato su richiesta e qualora sia accertata la falsità delle dichiarazioni potrà essere revocato o sospeso – qualora l’impresa sia rinviata a giudizio o soggetta a misure cautelari personali o patrimoniali. La perdita dei requisiti indispensabili per l’accesso al rating comporta una riduzione del punteggio attribuito.
Non resta che attendere. Il Regolamento, di cui è attesa la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dovrebbe essere operativo entro fine anno. Alla luce di quanto stabilito dal Regolamento appare tuttavia decisiva e incalzante la spinta normativa e regolamentare a favore dell’adozione del Modello D.Lgs. 231/01. Il parametro della legalità, osservando le recenti disposizioni, diventa infatti un elemento imprescindibile e centrale nella vita delle imprese che dovranno necessariamente adeguare i propri modelli organizzativi e di gestione per ottenere finanziamenti e crediti. Con il regolamento dell’ AGCM vi è quindi una ragione in più per dotarsi di tutti i requisiti previsti dagli artt. 6 e 7 D. Lgs 231/01, in considerazione di tutti i benefici che tale decisione comporta per l’azienda.
In tale prospettiva, DI & P srl specializzata nella predisposizione di Modelli Organizzativi 231, in partnership con lo Studio Legale Frediani, RINA e CSA, forti di un esperienza consolidata nel tempo in tali tematiche, propongono un intervento gratuito di screening aziendale integrato che, focalizzando l’attenzione sui peculiari aspetti caratterizzanti la vita dell’impresa, fornirà una valutazione rispetto al livello di conformità della normativa cogente, al livello gestionale e al livello organizzativo, individuando le eventuali aree sensibili ed evidenziando al contempo procedure di miglioramento ottimizzazione nella prevenzione dei reati, funzionale al Modello 231.