Ottimo riscontro e partecipazione al seminario“Reati informatici e Governance: quale filo conduttore?”
Il modello 231 si conferma il miglior strumento per ottimizzare i processi ed accrescere la competitività
L’ottimo risultato e l’importante riscontro di pubblico registrato in occasione del seminario “Reati informatici e Governance: quale filo conduttore?” tenutosi lo scorso 5 marzo e organizzato da DI & P in collaborazione con Assinform, la cui sede milanese ha fatto da cornice all’evento, confermano il grande interesse verso questo prezioso strumento di organizzazione, gestione e controllo, considerato a buon diritto, un’autentica opportunità per le imprese che decidono di ampliare i propri scenari di business, ottimizzando i processi interni e la propria funzionalità organizzativa.
Dopo i saluti istituzionali di Antonello Busetto, Direttore Assinform, moderate da Marco Lorusso di ICT4Trade, si sono alternate le voci di Alessandro Capocchi, Professore di Economia aziendale all’Università Bicocca, che ha descritto – secondo un’ottica manageriale di esperto di processi – la compliance come un’opportunità di governance; Valentina Frediani avvocato e fondatrice del network Consulentelegaleinformatico.it partner DI & P Srl la quale, in veste di esperto legale, ha ampliato la visuale, proponendo la normativa come uno strumento di semplificazione ed ottimizzazione dei processi; Sibilla Ricciardi, Responsabile affari legali Microsoft Italia che, dopo una panoramica sulle criticità informatiche a cui sono esposte le aziende, ha ribadito l’importanza di un approccio sostanziale nella fase di riorganizzazione; Alessandro Bencini, Presidente di Tema Sistemi Informatici, il quale ha approfondito il passaggio dal documento cartaceo a quello informatico, analizzando la delicata fase di rengineering dei processi e Claudia Canali di Jungheinrich Italiana Srl che ha raccontato cosa significhi l’adozione di un modello 231 in un’azienda di grandi dimensioni.
L’evento ha registrato la partecipazione di aziende di alto livello alcune delle quali operanti anche oltre i confini nazionali. La condivisione attiva e dinamica delle tematiche affrontate ha testimoniato quanto sia avvertita la necessità dalle aziende di approcciarsi in maniera sistemica e strutturata a processi in grado di accrescere la competitività ed il valore della propria azienda. Lo stimolante ed esuberante dibattito ha evidenziato inoltre come l’iter di adozione o implementazione di un modello 231 divenga l’occasione per focalizzare le vulnerabilità a cui l’azienda è esposta, per razionalizzare i processi e tutelare quel “capitale aziendale di informazioni”, troppo spesso non adeguatamente presidiato. Una scelta possibile e proficua come dimostrano le esperienze raccontate, che si traduce in benefici immediati e tangibili.