La spinta di Buttarelli sul Regolamento Privacy
Sono ormai tre gli anni passati dal famoso discorso ‘di lancio’ della commissioner Viviane Reding, senza però che il progetto del Regolamente Europeo sulla Privacy abbia effettivamente visto la luce.
In quest’ambito, con aspettative crescenti e forse, in parte, disilluse, si inseriscono le dichiarazioni di Giovanni Buttarelli, nuovo Garante Europeo per la protezione dei dati personali: “la Ue deve fare di più per la privacy dei cittadini europei”.
Buttarelli è infatti conscio che i turbinanti cambiamenti legati al rapido avanzamento delle tecnologie comportano una equivalente esigenza di tutela del dato personale. Essendo l’attuale quadro “frammentato” il Garante ritiene necessario intervenire con decisione in tal senso rendendo più efficaci le disposizioni in merito di tutela dei dati personali e, di fatto, applicando i diritti e i principi fondamentali stabiliti dal Trattato di Lisbona e dalla Carte dei diritti fondamentali.
Ciò significherà intervenire e sollecitare il legislatore europeo affinché vari finalmente il tanto atteso Regolamento con i mezzi a disposizione dell’Istituzione che Buttarelli rappresenta; significa anche un intervento mirato a rendere più efficaci le future norme, tramite l’unico mezzo realmente operante in tal senso, l’inasprimento delle sanzioni.
Il nuovo Garante Europeo della privacy vuole insomma velocizzare il procedimento di approvazione dell’attesissimo Regolamento Europeo, staccandosi dal classico approccio burocratico e snellendo le procedure in modo da non perdersi negli infiniti meandri procedurali del iter legislativo dell’UE.
Il che, considerando anche il gap tra emanazione ed effettiva entrata in vigore (circa 2 anni), pare approccio assolutamente positivo anche se indubbiamente non “conscio” degli altri stakeholders, le grandi lobby che tante pressioni hanno fatto in questi 3 anni.
In conclusione si può legittimamente attendere una accelerazione (la cui entità è tutta da verificare) del procedimento, ben sapendo che le forze dietro alle opposizioni dei membri dei parlamento e dei commissari europei comunque agiranno per “limare” le parti più sensibili, le sanzioni.
Sembra, davvero, prospettarsi come plausibile ed anzi probabile il traguardo del (lontano) 2018 come data di effettiva entrata in vigore della nuova unica normativa.