Mobile payment: le tutele tengono il passo dell’evoluzione?
Che si parli di tendenze positive degli utenti a fare acquisti attraverso lo smartphone o che si parli di problematiche legate alla sicurezza e al rischio di frodi, non ha importanza, purché il Mobile Payment sia l’argomento di discussione principale delle conversazioni tecnologiche.
Le tendenze sono evidenti nella vita quotidiana di ciascuno: alla sua decima edizione, Netcomm eCommerce Forum, il consorzio del commercio elettronico italiano, ha presentato dei numeri sorprendenti registrati dal Mobile Commerce: gli acquisti tramite Tablet e smartphone sono aumentati del 78% nel 2014 e il 2015 già registra una crescita del 68% rispetto all’anno precedente. Il valore delle transazioni solo nel mercato italiano è triplicato negli ultimi due anni, inserendosi in una tendenza all’acquisto online diffusa in tutta il mondo. Se sempre più consumatori abbandonano i contanti a favore dei pagamenti mobili, le aziende in grado di offrire le piattaforme e gli strumenti più convenienti e sicuri avranno un chiaro vantaggio competitivo sul mercato. L’adozione di sistemi di pagamento digitali è dunque un processo in corso, veloce e irreversibile in cui tutti gli operatori stanno investendo: da una parte le banche e i promotori di servizi finanziari e dall’altra i produttori di smartphone.
Le banche e i servizi finanziari enfatizzano l’entusiasmo dei consumatori ad acquistare online. Ad esempio Mastercard, in collaborazione con Prime Research, ha presentato uno studio annuale in occasione del Mobile World Congress 2015 di Barcelona in cui si evidenzia un generale sentimento di fiducia generato da esperienze positive, miglioramenti tecnologici e una crescente diffusione da parte degli esercenti ad accettare questi pagamenti. Pur non sapendo ancora quale tecnologia per l’autenticazione dell’account potrà prendere il sopravvento, gli operatori bancari si confrontano sulla necessità di cooperare, inter-operare e semplificare i processi di pagamento nelle numerose tavole rotonde preposte per la loro discussione. Emerge un chiaro ruolo di collegamento degli Istituti Bancari tra chi deve vendere e chi deve comprare; la strategia deve, quindi, tendere ad essere perno e sviluppare relazioni forti con consumatori e venditori, unendo i due mondi dell’e-commerce. Esperimenti sono già in atto, come la recente iniziativa del Banco di Sardegna di aderite al circuito di Mobile Payment Bemoov, la piattaforma tecnologica sviluppata dal consorzio torinese Movincom, per effettuare, tramite smartphone e in sicurezza, acquisti di beni e servizi che vanno dai trasporti pubblici alla sosta dei veicoli, dai biglietti teatrali alle utilities, registrandosi in pochi secondi direttamente dal proprio telefono.
I produttori di devices, dal canto loro, sperimentano a grandi velocità nuove tecnologia potenzialmente in grado di far esplodere il mobile payment: dopo Apple Pay integrato in iPhone 6 con tecnologia NFC, che impone ai negozi di avere appositi POS Contacless, anche il nuovo Samsung S6 è stato equipaggiato con la piattaforma di pagamenti Samsung Pay. Ma il grande passo in avanti sarà compiuto dai gadget abilitati ai pagamenti, come Apple Watch: nonostante i costi ancora alti e alcuni difetti legati alla durata della batteria ed ad un parco di applicazioni ristretto, gli smartwatch e la Wearable Technology apporteranno un cambiamento psicologico, prima ancora che tecnico, negli acquisti cashless dei consumatori. E’ un segnale positivo indiscutibile che anche alcuni brand del Luxury come Swatch, Gucci e Bulgari stanno scommettendo e investendo sugli strumenti tecnologici da indossare a corredo dei nostri telefoni.
Ma quali sono le tutele che disciplinano un’evoluzione tecnologica così inarrestabile? E’ da tempo che il Garante della Privacy interviene disciplinando misure e obblighi per accrescere la sicurezza dei consumatori. Da Aprile 2015, infatti, tutti gli attori coinvolti nelle transazioni di Mobile Payment, dalle compagnie telefoniche che forniscono il servizio di pagamento tramite cellulare, o le società che forniscono software, alle aziende che offrono contenuti digitali e servizi, devono essere in regola con il provvedimento generale varato dal Garante Privacy nel maggio 2014.
In particolare, tutti gli operatori della vendita via mobile dovranno rispettare gli obblighi del Garante in termini di:
- informativa agli utenti, già al momento della sottoscrizione o adesione al servizio di pagamento;
- conservazione e utilizzo dei dati, al massimo per 6 mesi e senza finalità diverse da quelle sottoscritte, come invio di pubblicità o analisi delle abitutidini senza che ognuno abbia dato un consenso espresso;
- cancellazione dell’indirizzo IP degli utenti una volta terminata la procedura di acquisto.
Probabilmente queste tutele non sono ancora sufficienti a superare le resistenze scettiche dei consumatori ma l’incentivo normativo è sicuramente in grado di supportare la diffusione culturale del Mobile Payment, spostando il focus del dibattito dalla tecnologia alla tutela della persona e di tutti i dati ad essa collegati.