OECD Digital Economy Outlook 2015: regole coerenti per lo sviluppo
Come stimolare la crescita del mercato digitale in Italia e non solo? E’ la domanda a cui ha tentato di rispondere il Rapporto OECD Digital Economy Outlook 2015. Registrando la crescita dell’intero settore ICT, gli analisti sottolineano come tutti i settori dell’economia mondiale siano sempre più stimolati – e condizionati – dalla svolta digitale, dal banking al retail fino ad energia, trasporti, istruzione, editoria, media o salute. La tecnologia modifica non solo i mercati, ma anche le interazioni personali dotando potenzialmente chiunque di dispositivi ed apparati sempre più connessi che vanno a formare l’Internet delle cose.
Enormi opportunità per imprese e privati che necessitano tuttavia di un supporto coerente e costruttivo da parte delle istituzioni. Supporto che oltre a favorire lo sviluppo infrastrutturale deve comprendere decisioni strategiche e un apparato di regole adeguati.
Venendo ai principali dati:
- la spesa in ricerca e sviluppo, così come il numero di brevetti legati all’ICT sono in aumento
- gli abbonati a banda larga hanno raggiunto quasi a 1 miliardo nell’area Ocse
Fra le imprese:
- la banda larga è divenuta diffusa (95% di tutte le imprese con più di 10 dipendenti nel 2014)
- più scarso è l’uso di software di pianificazione delle risorse uso aziendale (31%)
- di servizi di cloud computing (22%); l’Italia è sopra la media con una percentuale di utilizzo enterprise intorno al 40%
- di funzionalità e-commerce (21%)
I governi sembrano essere sempre più consapevoli della necessità di elaborare politiche adeguate che regolino e favoriscano una corretta competizione tra operatori TLC – nuovi e consolidati – e tra i protagonisti emergenti di servizi ICT. Una normativa coerente va rafforzata per incoraggiare investimenti, innovazione e modelli di business sostenibili.
L’insieme di tali azioni consentirà, secondo gli analisti, di incoraggiare una maggiore adozione di strumenti ICT sul fronte pubblico, come privato, PMI comprese. Se non può esservi fiducia rispetto all’affidabilità ed alla sicurezza delle reti online, dei servizi e delle applicazioni offerti, lo sviluppo possibile sarà parziale.
Leader e decision maker devono porsi come priorità il garantire gli utenti, assicurando loro il rispetto e la tutela dei loro diritti a partire dalla privacy. La gestione digitale dei rischi di sicurezza e privacy deve essere integrata nei processi di governance e non affrontata come una sfida tecnica o giuridica in modo separato. Un approccio che Colin ha da sempre stimolato e diffuso. E’ evidente che un simile approccio olistico godrà di maggiore successo se realizzato in coordinamento con le strategie nazionali sulla privacy.
Un altro aspetto su cui siamo assolutamente concordi è la necessità, sottolineata del Rapporto, di investire in cultura, educazione e formazione. Chi lavora in azienda non può e non deve restare escluso dalla trasformazione digitale. Programmi di formazione devono essere attivati per consentire l’acquisizione di competenze adeguate per utilizzare in modo corretto l’ICT e dotarsi, di conseguenza, della consapevolezza necessaria per limitare i rischi e partecipare allo sviluppo.
Infine le considerazioni della Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD) analizzano il bisogno di preservare l’apertura di Internet, continuando a considerarla una piattaforma aperta, in cui governi, cittadini ed imprese, possono innovare e sviluppare applicazioni e servizi, anche in modo casuale. Una visione che, negli ultimi anni, ha sollevato preoccupazioni e animate discussioni in merito alla libera circolazione dei dati transfrontalieri, alle differenze territoriali nella gestione degli stessi, alla neutralità della rete, all’accettazione universale dei nomi di dominio multilingue ed alla creazione di reti alternative.
I vantaggi di e rischi per, un Internet aperto saranno discusse dai ministri e le altre parti interessate di alto livello nella prossima riunione dell’OCSE nel 2016, insieme ad altre questioni fondamentali relative alla connettività globale, l’Internet delle cose, iniziative dal lato della domanda per promuovere l’innovazione e la fiducia nell’economia digitale, e modi per promuovere la creazione di posti di lavoro e sviluppare le competenze necessarie per massimizzare i benefici dell’economia digitale.
Fonte: OECD