Legal compliance nei siti aziendali
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Quando si parla di web reputation, nel mondo business, si pensa spesso a strumenti evoluti per gestire o influire sull’immagine aziendale in rete. Si pensa, ad esempio, al monitoraggio ed alla gestione del brand sui social network o rispetto ai competitors. Quello che spesso si dimentica, invece, è che il primo biglietto da visita, per un cliente o una realtà interessata alla nostra attività, è semplicemente il sito web.
Sia esso un sito vetrina o un portale più complesso, è senza dubbio un primo canale di conoscenza. La possibilità della rete di rendere vicine aziende globali nella ricerca di un servizio è punto di forza per le imprese. Per questo è importante curare non solo la chiarezza in termini di efficacia comunicativa, ma anche trasmettere serietà attraverso dati corretti e resi in trasparenza. Questo contribuisce a rinforzare e preservare la reputazione d’impresa e la fiducia del pubblico, e porta alla creazione e al consolidamento di valore.
Se, come si dice la prima impressione è quella che conta, la normativa diventa un supporto al marketing online. La compliance legale, parlando di siti di impresa (siano esse società di capitali o di persone) prevede l’obbligo di fornire informazioni precise, dettate dalla norma, delle indicazioni del Garante in materia di privacy, nonché dalla disciplina in materia di diritto d’autore e marchi.
Adempiere a tali obblighi non solo mette al riparo da eventuali contestazioni, ma sostiene la brand reputation, accrescendo la fiducia di chi “incontriamo” online.
Oltre ai dati obbligatori da indicare, occorre dare massima attenzione al trattamento privacy per l’utente, informarlo sulla presenza e tipologia dei cookies utilizzati, in modo che il visitatore possa facilmente comprendere quali dati vengano raccolti, come e da chi vengano trattati e per quali finalità.
Medesima attenzione e cura meritano i contenuti inseriti. Dal punto di vista della compliance gli aspetti da considerare sono quelli del copyright e tutela dei marchi. La loro difesa vale, ovviamente, per i contenuti di proprietà dell’azienda titolare, ma anche per opere di terzi che vengano utilizzate in parte o totalmente sul sito. Un disclaimer – sempre in ottica di maggiore trasparenza – può essere efficace per segnalare quali siano gli usi consentiti dei materiali prodotti, sebbene la norma li tuteli anche in sua assenza.
L’uso di opere di terzi (testi, video, foto, ecc.) deve essere autorizzato correttamente onde evitare spiacevoli contestazioni ed eventuali sanzioni che possono danneggiare economicamente e dal punto di vista della credibilità d’impresa.
Senza farsi spaventare dagli obblighi, le soluzioni da adottare sono accessibili e di relativa facile implementazione. L’investimento maggiore risiede nel programmare una aderenza normativa su tali aspetti e renderla parte integrante del proprio asset.
Da dove partire? Dai dati obbligatori da inserire su un sito ad esempio. Quanti dimenticano che l’indicazione della PI non è opzionale? Per esperienza ancora in molti.
L’Avv. Valentina Frediani ha riassunto questi dati e i principali aspetti da considerare in un breve e schematico vademecum che può rappresentare, nella sua semplicità, un punto di partenza per imprese di ogni settore e dimensione.