Digital Single Market: pilastri ed effetti per le imprese
Leggi l’analisi completa su Corcom.it
Dopo aver creato e spronato la realizzazione del mercato unico Europeo, la Commissione Europea, ora guidata da Junker, si è posta l’obiettivo d’implementare il mercato unico digitale: per Digital Single Market s’intende, infatti, lo spazio online in cui è possibile la libera circolazione di beni, servizi e capitali, soggetti ad un’uniformità di regole e tutele.
Il mercato digitale non è certo di valore economico inferiore rispetto al mercato reale, ma sconta un evidente ritardo dovuto alla disomogeneità dei Paesi membri, che si traduce in pratiche discriminatorie per i consumatori, come il blocco geografico (geo-blocking) nell’e-commerce, oppure in maggiorazioni di tasse per le imprese nei divari amministrativi e normativi.
Concretamente, come ogni strategia europea, la Commissione ha presentato i tre pilastri necessari a ridurre le barriere che impediscono la realizzazione del mercato digitale e in grado di massimizzare un potenziale di crescita ancora sotto-utilizzato per le imprese europee.
- Migliorare l’accesso ai beni e ai servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e per le imprese. Significa puntare ad un e-commerce più facile ed accessibile, ad un’effettiva libera commercializzazione dei prodotti online. Per realizzare questo obiettivo, innanzitutto, saranno necessarie nuove regole. Norme in materia di contratti e di tutela dei consumatori, norme sui contenuti digitali, come app ed e-book, norme per un diritto d’autore e di proprietà intellettuale di stampo europeo.
- Creare un contesto favorevole affinché le reti digitali ed i servizi innovativi possano realizzarsi. Significa creare un ecosistema, un incubatore in grado di sviluppare le nuove infrastrutture di comunicazione, di media e piattaforme online. Riguarda il tema caldo dell’integrazione tra economia audiovisiva e telecomunicazioni, ma anche la sicurezza dei servizi offerti e l’uso dei dati personali degli utenti.
- Massimizzare il potenziale della crescita digitale. Significa che tutti i settori industriali devono essere capaci di integrare le nuove tecnologie sia nei loro processi aziendali e produttivi, sia negli skills dei loro organici. Si parla di Internet of Things e cloud computing, settori che generano un’enorme quantità di dati di utenti. Una nuova economia basata sull’utilizzo dei Big Data e sulla loro libera circolazione, è già in atto e la Commissione Europea si propone di rafforzarla attraverso l’iniziativa European Free Flow of Data.
Da questo punto di vista, la realizzazione del Digital Single Market, è subordinata all’approvazione del Regolamento sulla Data Protection: l’armonizzazione delle norme a tutela del dato personale è la cornice indispensabile per rafforzare la fiducia nelle reti e nelle transazioni commerciali.
Per questo motivo, le previsioni del Data Breach e il principio della Privacy by design dovranno essere i punti di riferimento per le aziende che vorranno entrare e giocare la partita nel Digital Sigle Market, come analizzato dall’Avv. Valentina Frediani nell’articolo pubblicato su Cor.Com: non solo l’omogeneità normativa, dunque, ma anche gli strumenti e i prodotti di business contribuiranno allo sviluppo delle transazioni di beni e di dati delle imprese che vorranno implementare la loro attività nel mercato unico digitale.