Intellectual Property nel mondo digitale. Think & Talk con Giulia Rizza
Intellectual Property online: dove inzia la tutela?
Insieme all’Avv. Giulia Rizza, Responsabile della Business Unit Intellectual Property di Colin & Partners, abbiamo cercato di indagare le competenze che, nel mondo digitale, numerose figure aziendali devono acquisire per concorrere alla tutela del patrimonio intellettuale dell’azienda.
Le prime domande da porsi. Quando è il momento giusto per registrare il marchio? Quali sono gli strumenti per tutelare il patrimonio IP? Quali aspetti legali vanno considerati nell’implementazione di un sito web?
L’Intellectual Property (IP) è diventata ormai uno degli asset intangibili che costituiscono il valore di un’azienda, racchiudendo non solo marchi, design e stringhe di codice, già rappresentative del patrimonio intellettuale, ma anche software, app, e social brand, che si aggiungono ed ampliano i confini della tutela.
L’esposizione delle attività online in un contesto tecnologico sempre in evoluzione, impone la scelta delle migliori strategie di implementazione e valorizzazione dei propri segni distintivi. Un tema, quello della brand reputation, imprescindibile sia per le grandi aziende che vogliono monitorare il sentiment della propria immagine online sia per le start up che devono costruirsi visibilità e diffondere il marchio.
Fondamentale, dunque, partire dal mercato di riferimento per attivare la procedura di registrazione dei marchi e dei domini, onde evitare il rischio di domain grabbing o di registrazione di terzi, ostacoli che impediscono l’uso o lo rendono comunque eccessivamente oneroso. Registrare un nome a dominio ha costi e tempi molto ridotti rispetto alla registrazione di un marchio: si rende quindi opportuno pianificare le attività dalla fase di registrazione alla fase operativa prima di affacciarsi nel business.
IP Law: il pilastro è la prevenzione
Per le aziende che hanno già una consolidata presenza online, la prevenzione rimane indubbiamente il principale strumento di difesa: individuare peculiarità del mercato di interesse ed agire di conseguenza consente indubbiamente di ridurre i rischi di contestazioni. Allo stesso tempo, aver attivato strumenti di monitoraggio consente di agire prontamente in caso di eventuali criticità, permettendo in molti casi di risolvere la questione senza entrare in contenzioso e, soprattutto, prima di subire danni. Data la grande visibilità che le reti digitali offrono, è fondamentale valutare, prima della pubblicazione online, eventuali privative di terzi. Dall’individuazione del nome a dominio, alla ideazione e scelta dei contenuti del sito o delle applicazioni software che ne consentono le funzionalità, è opportuno quindi valutare lo “stato dell’arte” ed agire di conseguenza.
Un’ulteriore fase strategica per l’IP è lo sviluppo del sito web, in cui diventa basilare disciplinare contrattualmente con i fornitori, prima dell’inizio dell’attività di sviluppo, le criticità che potrebbero emergere in questi casi: condivisione degli obiettivi del progetto, funzionalità della piattaforma, obblighi e responsabilità delle parti, modifiche in corso di progetto, mancato rispetto dei tempi concordati etc. Purtroppo in Italia manca una “cultura del contratto” tipica dei paese anglosassoni, e anche ingenti investimenti si basano su accordi verbali o, al massimo, qualche scambio di email, spesso soggetti ad arbitrarie interpretazioni.
Ecco come l’Avv. Rizza e Silvia Calissi, Head of Think Factory, riassumono i temi fin qui esposti.