Intelligenza Artificiale: i 7 principi cardine

19/04/2019
di Valentina Pesi

Innumerevoli sono le applicazioni e le opportunità generate dall’intelligenza artificiale, sempre più utilizzata nell’ambito dei processi gestionali o decisionali. Accanto ai rilevanti benefici per la società, l’utilizzo dell’AI pone importanti questioni, non solo sul piano etico, ma anche dal punto di vista della cybersicurezza e della privacy.

I 7 principi cardine delle Linee Guida

Definire i principi fondanti di un’intelligenza artificiale che sia al contempo etica ed affidabile, lanciare una fase pilota su larga scala e avviare un’attività di promozione dell’approccio europeo a livello internazionale. Questo il percorso in tre step elaborato dal gruppo di esperti determinati nel 2018, finalizzato a garantire uno sviluppo “virtuoso” dell’intelligenza artificiale, senza ostacolarne la diffusione.

Una rivoluzione che “non deve perdere di vista la centralità dell’essere umano” come è stato sottolineato dalla stessa Maryia Gabriel, commissaria UE al digitale in occasione della presentazione dei principi essenziali delle Linee Guida pubblicate lo scorso 8 aprile, individuati sulla base delle centinaia di contributi inviati alla Commissione da soggetti provenienti da diversi settori.

Sette gli elementi imprescindibili, i requisiti indispensabili per un’intelligenza artificiale attendibile e leale, ciascuno dei quali dettagliati da una serie di elenchi di valutazione specifici finalizzati a verificarne l’applicazione.

  • Dignità e supervisione umana
  • Robustezza e sicurezza
  • Privacy e governance dei dati
  • Trasparenza
  • Diversità, non discriminazione ed equità
  • Benessere sociale e ambientale
  • Accountability

Proprio su quest’ultimo punto la Commissaria UE pone particolare accento sottolineando che “Un soggetto deve sempre sapere quando si trova di fronte a una macchina e non a un essere umano. I sistemi di IA devono essere riconoscibili “.

Etica, cybersicurezza e privacy: le questioni poste dall’AI

Le Linee Guida offrono importanti spunti di riflessione. Se da un lato sono innegabili gli importanti benefici che l’intelligenza artificiale promette di generare per la società e le imprese, dall’altro è fondamentale non perdere di vista gli interrogativi etici e le responsabilità che essa pone. Per questo è sempre preferibile adottare un approccio risk-based che ottimizzi gli aspetti positivi e offra gli strumenti per gestire le eventuali criticità.

Regole e consapevolezza, dunque. Un postulato che non rappresenta solo il leitmotiv per approcciare i progetti di AI dal punto di vista etico. L’impiego di sistemi artificiali nei più disparati settori, dalla logistica alla GDO, dal healthcare ai trasporti, passando per le utilities e la sicurezza pubblica, pone importanti questioni sul piano della cyber sicurezza e della privacy, complici l’elevata capacità di identificazione e profilazione dei soggetti, la grande mole di dati in circolazione e i molteplici flussi di informazioni condivise tra i più disparati dispositivi smart.

Proprio le innumerevoli applicazioni dell’intelligenza artificiale aprono scenari dalla portata vasta e dirompente, soprattutto in relazione all’individuazione delle responsabilità per eventi imprevisti o non controllabili generati dai dispositivi intelligenti, piuttosto che rispetto alle possibili dispute sul fronte della proprietà intellettuale di non facile risoluzione. Quanto detto fa emergere una necessità sempre maggiore di normare e disciplinare il settore. Ed ecco che il concetto di regole chiare ed efficaci e un’adeguata cultura sul tema torna protagonista.

Le posizioni e gli orientamenti normativi assunti nei prossimi anni saranno di fatto determinanti per lo sviluppo del mercato dell’AI, unitamente all’attività di istruzione e formazione finalizzate da un lato a creare le nuove competenze richieste dalle aziende e dall’altro ad accrescere la fiducia verso nuovi paradigmi di business. La vera sfida dei prossimi anni è far comprendere i benefici connessi all’utilizzo di sistemi intelligenti, facendo leva sull’interesse di aziende ed enti rispetto alla capacità dell’AI di ampliare le opportunità di business e creare nuovi fonti di valore.

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